Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/308

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Quel giorno fu terribile per Isidora, non già che le mancasse il tempo di approfondarsi nella riflessione, ma si sentiva onninamente convinto, che ogni riflessione renduta sarebbesi inutile; che le circostanze, nelle quali ella trovavasi collocata, doveano decidere della di lei condotta, noi già i suoi proprii pensieri; che, finalmente, nella sua situazione le forze morali state non sarebbero sufficienti da far resistenza alle forze fisiche. Qualche spirito più portato ad osservare le varietà del cuore umano, che a compatirne le pene, avrebbe potuto trovare dell’interesse nell’esamiminare il dolore inquieto d’Isidora, posto a contrasto con la fredda e tranquilla soddisfazione della sua genitrice, che impiegò tutta quella giornata a comporre una lettera studiata in risposta a quella del suo marito.

L’indisposizione servì di scusa ad Isidora per non ricomparire alla presenza della sua genitrice. La notte arrivò finalmente, quella notte, che celando a lei gli oggetti che la circondavano, le ridonava in certa gui-