Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/333

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nell’antecedente capitolo, quando Melmoth essendo comparso sotto la finestra d’Isidora le gittò una scala di corda, insegnandole a voce bassa la maniera di attaccarla; dopo che l’aiutò a discendere. Ciò fatto si affrettarono a traversare il giardino, ed Isidora in mezzo ai nuovi sentimenti, che le venivano ispirati dalla sua presente posizione, non potè ritenersi dal testimoniare la sua sorpresa intorno alla facilità, con cui oltrepassarono il cancello, che ordinariamente era tanto bene custodito e serrato.

Usciti del giardino si trovarono in una campagna molto più selvaggia agli occhi di Isidora, che i sentieri fioriti della isola disabitata, in cui almeno essa non aveva nemici; ed ora invece ad ogni soffio di zefiro le pareva di udire delle voci minaccevoli; il calpestio de’ proprii passi le offriva in immaginazione il rumore di persone, che la inseguissero. La notte era oltre modo oscura, molto differente da quello, che elleno sono ordinariamente nel cuore della state