Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/352

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ra che si avvicinavano, l’edifizio prendeva una forma più distinta e più caratteristica: il cuore d’Isidora cominciò a battere meno vivamente quando essa fu in grado di distinguere il campanile, la cuspide, le gotiche finestre, e sopratutto la croce, che elevandosi in mezzo alle rovine, pareva che offrisse l’immagine della religione trionfante in mezzo al dolore ed alla desolazione. Un viottolo, che sembrava percorrere in giro tutto il monastero li condusse all’ingresso principale, davanti al quale sorgeva un vasto cimiterio. Melmoth le accennò col dito un oggetto situato alle estremità dicendo, esser desso l’eremitaggio, e che andava a pregar l’eremita, che era sacerdote affinchè volesse unirli in matrimonio. Non mi è permesso di accomgnarvi? le disse Isidora gettando uno sguardo inquieto sulle tombe, in mezzo alle quali ella dovea rimanersene soletta nel tempo della di lui assenza. Il suo voto non gli concede di ammetter donne alla sua presenza, rispose Melmoth, a me-