Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/41

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costanza straordinaria, che mi offrivano le sue visite, era, ch’egli entrava e sortiva dalla mia camera senza che nessuna cosa gli facesse resistenza. Avreste detto, signore, ch’egli possedesse la chiave della mia prigione a tutte le ore. Ma quello, che poneva il colmo alla mia maraviglia, era, che egli non solamente parlava a voce alta ed intelligibile, contro il sistema del luogo, ma ancora esprimeva liberamente l’orrore, che ispiravagli la inquisizione; il suo odio contro gli inquisitori si sfogava in termini tanto evidenti, che più di una volta egli mi fece tremare.

Mi dimenticava, signore, di parlarvi di una particolarità delle sue visite, che piuttosto che maraviglia m’ispirava terrore. Egli non cessava di parlarmi di avvenimenti e di personaggi de’ quali la sua memoria non poteva fornirgli la rimembranza. Mi è impossibile di esprimervi l’impressione che facevano sopra di me coteste allusioni continue a degli avvenimenti antichi o a delle persone, che da lungo tempo più non esiste-