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Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/47

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da uno degli inquisitori; mi descrisse egli lo aspetto atroce e ributtante sotto il quale io era comparso agli occhi de’ miei giudici fino dal primo momento del mio ingresso in quel luogo. Religioso apostata, io era stato già tenuto in sospetto di magìa nel mio convento; in un tentativo per evadermi aveva cagionata la morte di mio fratello, che io aveva indotto a secondare la mia fuga; finalmente io aveva precipitato una delle primarie famiglie del regno nella disperazione e nell’obbrobrio. Io voleva rispondere, ma egli me lo inibì dicendomi esser venuto per parlare, non per ascoltare. Egli m’informò in seguito, che quantunque fossi stato alla visita del vescovo liberato dal sospetto di aver avuto commercio con lo spirito maligno, ciò non ostante questo dubbio aveva riassunto tutta la forza all’occasione della comparsa dell’ente straordinario, della cui esistenza io non poteva dubitare, ed il quale non erasi mai presentato alle prigioni della inquisizione prima del mio ingresso. Onde doveva per necessaria conse-