Pagina:Maturin - Melmoth, II, 1842.djvu/79

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spettatori. La processione ciò non ostante procedeva, ed a misura che la croce, avanzavasi, tutti piegavano a terra le ginocchia. Ma il trambusto andava crescendo, e le parole parricida, profanazione, vittima si facevano sentire da tutte le parti, ed anco dalla bocca di quelli che stavano genuflessi. Gli ecclesiastici conservarono per qualche tempo tutto il loro sangue freddo e fermezza, ma tra non molto il tumulto crebbe a segno, che coloro fra essi, che precedevano furono obbligati ad arrestarsi; questo fu il segnale della scena terribile, che seguì. Un uffiziale, che faceva parte della scorta si avvicinò al grande-inquisitore, e lo prevenne del pericolo da cui era minacciato; questi però gli rispose laconicamente; che la croce bastava per difendere ivi del signore. Il giovine uffiziale allora impaziente alla vista di questa apatia risalì sul cavallo, dal quale per rispetto era disceso, ed all’istante medesimo una pietra lo colpì in una tempia. Egli rivolse gli occhi insanguinati verso l’inquisitore e.... morì.