Pagina:Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu/172

Da Wikisource.

163

si salvate, e che elleno erano sbarcate in un’isola deserta, ove la nutrice era morta di stento e di fatica, in tanto che la bambina aveva sopravvissuto ed era divenuta una bella figlia della natura, che viveva del frutto delle piante, dormiva sulle rose, beveva l’onda pura delle fonti, respirando l’armonia del cielo e ripetendo il piccol numero delle parole europee, che aveva apprese dalla sua nutrice in risposta ai canti degli augelli, al mormorio de’ ruscelli, la cui armonia pura ed innocente era d’accordo col suo cuore celeste.»

(Io non ho mai sentito parlare di tutto questo, riflettè il signor d’Aliaga.)

«Un vascello europeo avendo finalmente approdato in quell’isola, il capitano liberò questa amabile vittima della brutalità de’ suoi marinaii; e dalla lingua che parlava giudicando, lei essere spagnuola fissata nell’isola, risolvette di restituirla a’ suoi genitori. La condusse dunque a Benares, dove fece le necessarie ricerche e ne ritrovò la famiglia.»