Pagina:Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu/20

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mo a mandare l’ultimo respiro... vi ha egli stesso mandato a cercare... non ci è un momento da perdere. L’ecclesiastico sortì senza lasciar terminare il discorso al messaggio. La famiglia di Walberg rientrò nella sala, e passarono alcune ore in un profondo silenzio, che non era interrotto, che dal rumore monotono del bilanciere dell’orologio e dai passi di Walberg, che di tanto in tanto si alzava dalla sua sedia e traversava l’appartamento. A tal rumore tutti si rivolgevano, quasi aspettassero qualche persona, che dovesse venire; ma i lineamenti silenziosi di Walberg rispondevano, non essere alcuno. In tutta quella notte nessuno della famiglia si coricò; le candele si spensero e nessuno se ne accorse; l’aurora comparve e nessuno fece attenzione che fosse spuntato il giorno. Dio!... quanto tempo egli soffre! esclamò involontariamente Walberg, e queste parole, quantunque proferite a mezza voce, fecero trasalire tutti gli astanti: erano i primi accenti che fossero stati proferiti in quel