Pagina:Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu/211

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interrogarmi? — Sulla vostra inconcepibile unione con un ente maladetto. Ditemi, figlia mia, siete voi veramente sposa di cotesto ente, il cui solo nome fa gelare il sangue ed arricciare i capelli? — Sì, lo sono. — E chi furono i testimoni del vostro matrimonio, e qual mano osò legare la vostra con un vincolo profano e contrario alla natura? Non vi furono testimoni... fummo uniti nelle tenebre... io non vidi alcuno; ma mi sembrò di udire delle parole.... Io so che sentii una mano prender la mia e collocarla in quella di Melmoth essa era fredda come quella della morte. — O nuovo e misterioso orrore! esclamò il padre Giuseppe ricolmo di spavento, e si tacque per un pezzo. Padre mio, gli disse finalmente Isidora, voi conoscerete certo l’eremita, che dimora nelle ruine del monastero vicino al nostro castello.... Desso è sacerdote.... è un sant’uomo.... fu desso, che ci unì. — Infelice vittima! voi non sapete ciò, che vi dite. Cotesto sant’uomo morì la notte precedente al vostro spaventevole matrimonio.