Pagina:Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu/217

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morte. Il buon ecclesiastico era seduto presso di lei. Mio padre, gli disse la moribonda, voi mi avete detto, che Iddio mi perdonerà. — Sì, figlia, perchè voi mi avete assicurato di essere innocente della morte della figlia vostra. — Ed è possibile, che mi abbiate potuto creder colpevole? soggiunse Isidora sollevandosi sul suo miserabile letticciolo. Il pensiero solo della sua esistenza sarebbe stato sufficiente a farmi prolungare la vita, anco rinchiusa in questa prigione. Oh padre mio! come mai avrebbe essa potuto vivere, rinchiusa con me fino dalla sua nascita in questo orribile luogo? Il pessimo latte, che io le somministrava scomparve affatto al momento, che udii leggere la mia sentenza, e l’infelice bambina ha gemuto tutta la notte. Verso il giorno i suoi gemiti cominciarono a farsi più deboli; ed io ne fui ben contenta... finalmente cessavano del tutto, e mi riputai... fortunata. (Ella però intanto che parlava di questa felicità piangeva a dirotto.) — Ditemi, figlia mia, il vostro cuore è ora interamen-