Pagina:Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu/223

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niera con cui l’aveva lasciata, e della cagione per cui era venuto in Irlanda, non erano meno straordinarie di tutto il rimanente. Il giovine Melmoth ardeva di curiosità, e voleva a qualunque costo appagarla, forse non senza la speranza di vedere l’originale del ritratto, che egli aveva distrutto, presentarsi da sè medesimo per terminar di raccontare la sua storia. Il racconto dello Spagnuolo avea durato parecchi giorni; quando lo ebbe terminato si riposò, ma passarono pochi giorni, ed il giovane Melmoth gli ricordò che rimanevagli una promessa da mantenere. Fu stabilita una sera per continuare gl’incominciati racconti. Il giovane Melmoth e lo spagnuolo Moncada si riunirono nel consueto appartamento. La notte era oscura, malinconica, procellosa; la pioggia, che aveva durato tutta intiera la giornata sembrava aver ceduto il posto al vento, che soffiava con una forza straordinaria. Melmoth e Moncada avvicinarono le loro seggiole al fuoco, e si guardavano come per incoraggiarsi a vicenda.