Pagina:Maturin - Melmoth, III, 1842.djvu/61

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Oceano di sangue. Ora tocca ai miei figli! Ed andò in traccia di uno strumento di morte. La sua mano destra afferrò con impeto la sinistra; gli pareva di tenere un brando, e disse: questo è sufficiente: essi si dibatteranno, mi supplicheranno, ma io loro dirò, che la lor madre è morta ai miei piedi; e che potranno rispondermi a ciò?... Sì, dirò loro, che la loro madre più non esiste, ripetè di nuovo avanzandosi brancolando verso la camera de’ figli; questa sarà la mia risposta e la loro sentenza.

«Mentre voleva avanzare urtò col piede il corpo inanime della consorte, e la sua anima essendo pervenuta all’ultimo grado della sofferenza, gridò ad alta voce: Uomini!... uomini! che sono dunque i vostri desiderii e le vostre passioni, le vostre speranze e i vostri timori, le vostre pugne e le vostre vittorie? Guardate me! specchiatevi sul mio esempio!... Dette queste parole l’infelice entrò nella camera de’ figli. Mio padre! mio padre! gridò Giulia, sono queste le vostre mani? Lasciatemi