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XI.

Questione economica.

§. 1.

Molti, troppi fra voi, sono poveri. Per i tre quarti almeno degli uomini che appartengono alla classe operaia, agricola o industriale, la vita è una lotta d’ogni giorno per conquistarsi i mezzi indispensabili all’esistenza. Essi lavorano colle loro braccia dieci, dodici, talvolta quattordici ore della giornata, e da questo assiduo, monotono, penoso lavoro, ritraggono appena il necessario alla vita fisica. Insegnare ad essi il dovere di progredire, parlar loro di vita intellettuale e morale, di diritti politici, di educazione, è, nell’ordine sociale attuale, una vera ironia. Essi non hanno tempomezzi per progredire. Spossati, affranti, pressoché istupiditi da una vita spesa in un cerchio di poche operazioni meccaniche, essi v’imparano un muto, impotente, spesso ingiusto rancore contro la classe degli uomini, che l’impiegano; cercano l’oblio dei dolori presenti e dell’incertezza del domani negli stimoli delle forti bevande, e si coricano in luoghi ai quali è meglio adatto il nome di covile che non quello di stanza, per ridestarsi allo stesso esercizio delle forze fisiche.

È tristissima condizione e bisogna mutarla.