Pagina:Mazzini - Scritti editi e inediti, LXIX.djvu/197

Da Wikisource.

ITALIA E GERMANIA.


3 febbraio 1861.

.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  Gli insegnamenti del 1848 sono essi dunque perduti per noi? Non intenderemo noi mai che la grande, la prima, l’unica missione per tutti noi combattenti le battaglie del Diritto e della Giustizia, è oggi quella di costituire in Nazioni libere i Popoli dell’Europa?

Nel 1848, noi eravamo padroni del campo. I popoli avevano, come sempre, risposto alla chiamata degli uomini della Libertá. I despoti, come sempre, avevano ceduto al primo urto. Noi potevamo iniziare l’Epoca nuova e fondare sulle rovine del vecchio mondo, gli Stati Uniti d’Europa, l’Alleanza delle Patrie, sostituita ai patti ingannevoli delle dinastie. Perché cademmo? Perché i re fuggitivi o tremanti riconquistarono, palmo a palmo, il terreno perduto?

Fratelli di Blura e Messenhauser, di Trützschler e di Tiedemauan, non lo ricordate?

I vecchi padroni accarezzavano in noi l’ire antiche di razza, i sospetti ch’essi medesimi avevano seminato e nudrito fra noi, quando la comune servitú ci vietava l’intenderci e principii non erano, ma solamente interessi di poche famiglie dominatrici. Noi