Pagina:Mazzini - Scritti editi e inediti, LXIX.djvu/261

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niiro. In uu paese privo d’ogni attivitá di traffichi e impoverito di capitali, la coudizione del pagamento immediato in numerario era grave. La riforma subita, isolata, non temperata da provvedimenti favorevoli alla povertá, non connessa con un insieme di miglioramenti economici, aggravò quindi sovente la condizione di quelli pel cui bene era decretata. Ho accennato giá alP immensa miseria degli anni 1846 e 1847 e all’emigrazione in Tunisi e Algeri, che non s’ arrestò se non pel diniego dei passaporti. Chi piú volesse, cerchi nei rendiconti officiali il discorso che Antonio Sauna pronunziava alla Camera quando fu discusso il progetto di legge per l’abolizione degli adempiivi. La questione dovendo richiamar nuovamente l’attenzione del Parlamento, è bene che io noti come — mentre durando il sistema feudale, leggi praunnatiche temperavano l’assoluto assorbimento della proprietá in mano del feudatario, smembrandone i terreni chiusi e coltivati e quelli necessari ai popoli, riducendo insomma il diritto del feudatario alla percezione d’un tributo annuo — il (xoveruo. aboliti i fendi e liquidati tutti i diritti signorili, pretenda nondimeno anche oggi applicare al fisco metá dei terreni riunisti ai Comuni. E il valore di circa quaranta milioni, che quella metá rappresenta, è l’unica ricchezza colla quale i poveri Couiuni Sardi possano provvedere all’impianto di scuole, all’apertura di vie di comunicazione, all’erezione di case municipali. Il clero secolare e regolare pullulava in Sardegna ed era un altro flagello del popolo. Su 500,000 abitanti o poco piú. erano nell’isola, prima del 1851, tre arcivescovati, otto vescovati. 458 canonici e benefiziati, 89 conventi, e percepivano le decime su