Pagina:Mazzini - Scritti editi e inediti, LXIX.djvu/263

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potere ai proprietiui di chiudere i loro terreni, quando non contenessero piante ghiandifere, pubbliche vie e pubblici abbeveratoi. Ma la prima non fu eseg"uita e il monopolio dei tabacchi si fece anzi pivi rigoroso. La seconda diventò, per l’inettezza e pel mal volere degli agenti governativi, sorgente di gravissimi mali. I ri(!chi prepotenti dell’isola, dando mano ai recinti, usurparono con audacia scandalosa il terreno confinante colle loro proprietá e appartenente a povera gente o al Comune; piú che altrove nella provincia di Xuoro, dove l’accentramento di molto bestiauíe vagante accresceva i pericoli e l’ire. Bisognava rintuzzare, e rapidamente. V abuso. Ma gli oftcsi esaurirono per cinque lunghi anni ogni via legittima di lagnanza senza che il vice-re si decidesse a un provvedimento. L’intendente che autorizzava le chiusure, avea speculato sulle concessioni. Quando il popolo, irritato, stanco della negligenza governativa, sciolse il problema colle proprie mani, diroccando, incendiando i recinti usurpatori, il Governo si fece a un tratto energico e attivo: si trattava, non di migliorare; ma di punire. Dopo aver mandato con pieni poteri a ]Sruoro un giudice delia Keale Udienza, nomo d’intendimenti se verainente giusti, e che per questo appunto fu richiamato e trattato in uiodo ch’ei ne mori di doloi’e. una commissione militare mista, composta d’uomini ligi a-<l ogni tendenza tirannica, trattò Xuoro siccome terra conquistata sul nemico. Dura tuttavia fremente nella provincia la memoria delle carcerazioni arbitrarie^ delle sentenze capitali pronunziate ed eseguite a uso di guerra, dei sequestri operati senza ragione, dei feroci trattamenti nelle carceri, delle torture inflitte a testimoni che non secondavano i