Pagina:Mazzini - Scritti editi e inediti, LXIX.djvu/315

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Ei ne credete, come sjjesso sussurrate all’oreccliio (lei vostri, che non manchi a Luigi Napoleone l’intenzione di ritirarsi, ma il pretesto, l’opportunitá, voi dovreste esser lieti di somministrargli, con un milione di firme di cittadini, il modo di dire ai cattolici dell’impero: «ho fatto quanto ho potuto per voi: ma di fronte alla manifestazione di tutto un popolo, m’è forza dichiararmi, avventurandomi a una guerra europea, conquistatore, o ritrarmi.» Da qualunque parte voi guardiate alla questione, l’intervento del popolo non può che giovarvi, non può che giovare alla monarchia, se la monarchia aspira veramente ad essere monarchia italiana. Perché dunque lo ricusate?

Io so che la risposta alla mia domanda sta tutta in quelle parole: le questioni poíitiche non devono scendere nelle piazze. Dimentichi che dalla piazza ha origine nel Centro e nel Sud il vostro potere — aristocratici senza tradizione di glorie o diritto d’intelletto superiore all’altrui — sprezzatori e diffidenti dell’elemento popolare che ha dato dieci milioni d" Italiani alla vostra monarchia, e nel quale vivono le migliori speranze dell’Italia futura — voi avete raccolto di sotto alle rovine dei troni di Carlo X e di Luigi Filippo quella vecchia, funesta foruiola, e l’avete innalzata a teorica del Nostro Go verno: teorica falsa, meschina, immorale, che in condizioni normali scinde in due l’unitá morale della nazione e nega la libertá; nelle condizioni di vita nascente, crescente, in cui siamo, spegne le forze progressive nella inazione e sopprime il solo criterio di diritto, il solo metodo dato al Governo per conoscere lo sviluppo del paese alla cui direzione è preposto.