Pagina:Mazzini - Scritti editi e inediti, LXIX.djvu/368

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iaconfcro, temo, a nuove delusioiii. e consumeremmo, con pericolo e vergogna, anche quest’anno senza raggiungere un solo dei risultati pratici cLe cerchiamo. L’argomento è si grave, che mi parrebbe tradire il dovere, se io non esprimessi ciò che è in me profondo convincimento. E se io potessi trovarmi il di 9 tra voi, sento che direi ai patrioti raccolti nella vostra cittá: Fratelli, noi andremo a Roma, e v’andremo, ove occorra, per forza d’ armi. ’Mn ciò non avrá luogo, se non esaurita ogni prova pacifica, come tristissima necessitá, e quando l’Italia avrá conseguita una coscienza della propria forza, che oggi non ha. Oggi, ogni lotta colla Francia Imperiale sarebbe considerata dalla maggioranza del paese come quasi certa rovina; e tanto piú in quanto che, l’Austria si gioverebbe dell’opportunitá ad assalirci dall’altro lato. E inoltre, la politica iudecorosa e tremante di quei che reggono, e ai quali pur nondimeno la maggioranza guarda come a salvatori probabili del paese, vi avverte che li avreste deliberatamente avversi a ogni generoso ardimento. Voi dunque non andrete, checché facciate, ora a lioma. Or non vedete voi che un popolo non può gridare di mese in mese, per tutto un anno a Roma, a Roma! e non avviarvisi mai, senza scadere davanti a se stesso e all’Europa? Non v’illudete dunque, e non illudete altri all’azione, se non vi sentite capaci d" iniziarla risolutamente, con un disegno determinato e con certezza di vincere. Ma dall’altro lato, sol che voi vogliate, 1" azione è ra<? pidamente possibile e senza gli ostacoli ai quali ho accennato, e conducente a un tempo a due