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Per quello, noi riducemmo fin d’allora furto il nostro pensiero alla bteve forinola: fare l’Italia Una colla iiiouarcíiia. senza la monarchia, contro la inonarciiia. s’essa si ril^ellasse a quel line. Per quello io. presago nell’animo, dicliiarai (;]ie, mentre il Governo non avrebbe, operando a quel fítje, cosa alcnna da temere da parte nostra, noi ci tenevamo liberi, ov’esso lo abbandonasse, di seofuiie le ispirazioni, quali si fossero, della coscienza, avvertendone prima lealmente il Governo stesso. E scioljjo ogufi, per ciò clie riguarda individualmente me. la promessa. Quel diritto ci è tolto. Il Governo non opera a emancipare le terre schiave e compire l’Unitá Xa’/.ionale: vieta a noi. con energia di nemici, il tentarlo. Ogni ragione del patto cessa dunque d’esistere. E credo debito mio dicliiararlo.
Io mi sento, da oggi in poi. libero da ogni vincolo, fuorché da quelli che m’imporrano l’utile del paese e la mia coscienza.
Ciò poco monta all’Italia e al Governo. Gli anni. la salute malferma, l’influenza degli ordinamenti, segreti un tempo, cessata naturalmente per la semilibertá del paese che può ])rovvedere da sé ai pro]íri fati, e altri uomini ben piú potenti ch’io non sono, sorti nelle Ale della Inazione, fanno di me un fiacco amico e un i)iii fiacco nemico. La mia dichiarazione non ha quin<ii altro fine che quello di soddisfare all’anima líiia. Sento il bisogno di portarla fino al sepolcro incontaminata, e mi dorrebbe ch’altri potesse dirmi: vi credevamo alleato e noi siete. Di fronte a un (ínalismo cosi chiaramente <lefinito dai Potere attuale — fra il tentativo dei nostri