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Pagina:Medea.djvu/29

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MEDEA. 202
Hora si mostra allegra,
E riceve ogni forma.
Sta sospesa, minaccia, e tutta ardente,
Hor si lamenta, hor geme.
Ove porrà tal peso? ù le minacce,
Ove si romperanno
Così gonfie, turbate, e rapid’onde?
Non po il furor caper, nè trova loco:
Nè propone di fare
Lieve o mezano male,
Ma vincerà (ch’io lo conosco) tutti
Gli effetti empi e crudeli
De l’ire antiche. Ella di fare ordisce
Cosa più d’altra fiera.
Io veggo ben l’aspetto
Del solito furore.
Faccia Giove, che questa
Mia temenza s’inganni.
Med.
Se tu cerchi meschina
Infino a quanto debba
Arrivar l’odio, che ti preme il petto,
Fallo uguale a l’amore,
Che portasti a Giasone.
Io debbo sofferire,
Che queste nozze sieno
Senza la mia vendetta?
Partirà questo giorno
Senza alcun grave e memorabil male?
Con tanti preghi da me cerco, e ’nsieme
Con tal difficultate a me concesso?
Mentre la terra fia
Centro de l’universo;
Mentre che sempre i cieli
Si volgeran con infallabil giri;