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Pagina:Medea.djvu/36

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MEDEA.
E l’ira fiera e grave,
Che ti molesta il petto;
E vivi per cagion de’ tuoi figliuoli.
Med.
Io non gli voglio, io gli rifiuto, e danno:
Dunque darà Creusa
Fratelli a miei figliuoli?
Sarà dunque costei
Potente per li figli
De miseri sbanditi?
Non venga a gl’infelici
Questo malvagio giorno,
Ch’una prole sì chiara
Sia macchiata da oscura e così brutta;
I nipoti di Febo
Co quelli di Sisifo.
Gias.
Perché misera tiri
Me parimente e te nel dato esilio?
Partiti tosto, parti.
Med.
Ben ha Creonte intesa, et esaudita
La mia dimanda giusta.
Gias.
Dimmi quello, ch’io posso
Far a tuo beneficio e giovamento.
Med.
Ogni mal, che tu puoi.
Gias.
Sappi, che d’ogni parte il Re ti serra.
Med.
C’è di questo un spavento assai maggiore:
E sol questo è Medea.
Lascia, che ’nsieme contendiamo: e poi
De la vittoria il prezzo sia Giasone.
Gias.
Io cedo stanco homai
A molti lunghi mali.
E tu paventa ancora
I casi tante volte
Da te imparati a prova.
Med.
Sempre minor di me fu la fortuna.