Pagina:Meditazioni storiche.djvu/246

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l’Indo all’Ellesponto, si volse finalmente contro al re maggiore di Babilonia, ultimo de’ Caldei, ultimo de’ grandi semitici, quel Nabinelo o Ballhassar che Tu imitator di sardanapalo in dissolutezze e spensieratezze, e come quello fini, dopo un lungo assedio, banchettando. — 8° Che nemmeno su quest’ ultima conquista non regnò egli Ciro dapprima, ma fecevi regnare Ciaxare suo zio o cognato sopravvivente, sopravvivendo e regnando Torse ancora Cambise su’ Persiani; e che non fu se non dopo la morte dei due, ch’ei confuse e rioni in sè i due regni grande e piccolo, Medo e Persiano. Ma tenendo, secondo l’uso, il nome solo della gente vincitrice persiana, egli il gran re riunì oramai senza contrasto dall’Indo al Mediterraneo tntta l’Asia mediana ed occidentale. E fu gran regno od imperio, più esteso e più connesso che non fosse stato mai l’Assiro semitico. E fu il primo de’ predestinati a’ Giapetici.

XII. Ed ora, raccolti già molti fatti, meditiamoli, cerchiamo d’intenderne le ragioni principali, le cause; chè ci serviranno ad intendere i falli dell’altre nazioni in quest’età, e forse anche i posteriori in tutta la storia antica. E lasciamo pur sorridere tutti coloro, pratici o scrittori, i quali, non sapendo vedere alle vicende delle nazioni altre cause se non le immediate e minute, negheranno che noi ne possiamo scorger di tali in tanta antichità, in mezzo alle oscurità testò percorse.Perciocché noi non cerchiamo, per vero dire, siffatte cause minute. Le quali non chiamiamo se non secondarie od occasionali, o più brevemente occasioni; mentre serbiamo.il nome di primarie, o più brevemente di cause a quelle molto maggiori (epperciò già discernibili qui) che crediamo apparecchiarsi da lungi, svolgersi lentamente, ed operare indeterminatamente, ma, se non sien tolte di mezzo, inevitabilmente all’una o all’altra occasione. E questi due son di que’ modi di vedere cosi diversi nella scienza e nella pratica,* cosi dipendenti dall’ingegno, dalla educazione e dalla vita intiera di ciascuno, che ci sembra opera perduta il volersi persuadere gli uni gli altri, e non utile nè fattibile, se non il progredir ciascuno co’ propri consenzienti. — Co’ quali dunque osservando tutto quel mucchio di grandi regni caduti là