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età ih* o delle nazioni primitive: la cina ec. 313

in Europa. — E qni diremo che ad ogni modo, e secondo ogni probabilità slorica, essi furono Giapetici. A crederli tali, sono le medesime ragioni che perii Cinesi. Giapetiche furono probabilissimamente tutte le genti dell’Asia meridionale, più vicine alle settentrionali; Giapeticbe senza dubbio le genti Ariane, Battriane, sogdiane o comunque dette del grande stretto; Giapetiche dunque dovettero essere tntte qnelle di là insettentrionate. Ma ciò non toglie che qualche gente straniera abbia potuto frammettersi più o meno tardi; e le tradizioni fanno appunto semitiche le genti Afghane. In tanta confusione non si può avere precisione nemmeno nelle negazioni; non si può discorrere se non delle generalità. E cosi discorrendo, le ragioni fisiologiche e le filologiche, le fattezze e le lingue confermano la congettura storica del Giapetismo di quelle genti.1 E questo è il più importante che abbiamo a notare dresse. — Di lor civiltà basta il rammentare che fu quella già da noi descritta, la continuata delle genti primitive; de’ culti, che furono quelli varissimi ed anteriori alle religioni raccolte, che pur descrivemmo; della coltura, che si riduce a tradizioni e genealogie. — E cosi durando tutte queste genti molti altri secoli, non operarono guari sulle civiltà, sulle religioni, sulle colture principali del genere umano, se non di rado e per invasioni e distruzioni; ondechè ad esse non torneremo se non in tali occasioni. In qualunque opera storica uno de’ più difficili ma principali doveri dello scrittore è di tenersi fermi in dare ad ogni parte una estensione proporzionata all’importanza; dopo la ginsta divisione, la giusta proporzione delle parti è quella onde risulta giusta l’idea generale ne’ leggitori.

’ 1 Coofr. Sopra tutti Klaproth nelle due opere citate, Asia Palyglotta e Tableau!»kistoriques de l’Asie; poi i citati Brotonne, Histoire de lafiliation dei peuples, e Viardot, Revolution* des peuples de l’Asie moyenne. A’ quali è da aggiungere l’Introduzione atta storia d’Italia di Carlo Troya, Napoli 1839, 1840; e principalmente la recentissima opera d’Humboldt, Asiecentrale, recherches sur lei chaines de monlagnes et la climatologie compare’e, Paris, 1843, tomo III, in8. Nella quale passim, ma soprattutto, tomo 1, pag. 15, 3136, 389^407; e 11, 92103,148 e seg., si tratta di nomi e di schiatte. —Nè posso trattenermi dal notare ie conferme che trovo qui, tomo I, pag. 15, e tomo 11,370377, a quanto mi venne detto già nelia Meditazione X sul gran terrazzo o plateau Asiatico.