Pagina:Meditazioni storiche.djvu/341

Da Wikisource.

conquiste. E questo è fatto, questa è legge costante di tntte le nazioni. Qualunque volta una di esse rivendicò la propria indipendenza, ella trasse da’ penetrali degli animi tali e tante virtù all’impresa, da bastarle poi a tutti quegli altri progressi. Se noi avessimo più storie e monumenti dell’Asia primitiva, noi avremmo probabilmente già trovati di siffatti esempi; ad ogni modo, noi ne troviamo qui uno chiarissimo in Egitto. — Amasi Misfragmutosi ò il nome tramandatoci del re tebano che incominciò l’impresa, riducendo gli stranieri alla loro città principale di Avari; Tetmosi, il nome del figliuolo di lui che la compiè prendendo loro quell’ultimo ridotto, e cacciandoli o ritenendoli in servitù. E perchè un re che preparò ed uno che compiè l’indipendenza e fondò la nazionalità debbono alle nostre generazioni progredite, e principalmente alle Italiane, restar grandi oltre tatti que’Meri, quegli Osimandia, que’sesostri o Ramseti che non forono se non fondatori di monumenti ò d’imperii; perciò qni s’adoprano molto bene l’acume e la pazienza archeologica a ben chiarire i nomi ancora incerti, e, se rimangano, le immagini di que’due grandissimi fra’re egiziani.1— Ad ogni modo, cacciati gli stranieri, riuniti i due regni dell’alto e basso Egitto, Tetmosi si suol contare per fondatore della XVIII’ dinastia. Ma deve contarsi non meno della XIX1 e XX«; perciocché tutte e tre furono Tebane, tutte e tre universali dall’alto e basso Egitto, e comprendono dal 1800 al 1100 all’incirca i sette grandi secoli dell’Egitto. E subito fin dal fondatore abbondano monumenti che mostrano civiltà e cultura avanzate, ordini, leggi stabilite; culti raccolti in religioni; sconfitte date a nemici interni ed esterni, Hyckshos,

1 Rosellini, op. ci t., tomo I, cap. VII, pag. 208.— E di qua in poi io seguirà quasi unicamente questo nostro eruditissimo compatriota, il quale, ognnn sa, fu compagno del Cfaampollion, e rimaneva testé quasi solo editore delle loro fatiche comnnl; ondeché la recente perdita di lui è danno non solamente all’Italia ma alla scienza nniversale. La cronologia di lai (con poca varietà quella dei due Champollion) fa incominciar la XVIII» dinastia al 1822 avanti Gesù Cristo, e continua poi con tal precisione forse soverchia. Ila prendendola approssimativamente, ella mi pare più probabileche non quella del Wilkinson o niun’altra finora pubblicata; e doversi cosi ritener per classica fino a che non sia chiaramente mutata dagli studiasi speciali ulteriori.