Pagina:Meditazioni storiche.djvu/373

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•cinto dalla bellezza intrinseca di questa storia, che è del popolo il quale ebbe o svolse più facoltà corporali e intellettuali fra lutti gli antichi; e ci è accresciuto ancora dall’incomparabile bellezza de’ fonti a cui abbiamo a ricorrere. Omero, Esiodo, Erodoto, Tucidide sono i principali; a cui si aggiungono squarci di storici, filosofi, poeti e geografi posteriori e numerosi. Farebbesene una intiera bibliografia; ondeché non tenteremo accennarli. Ma di essi é importante notare, che tutti quanti contengono tradizioni incomparabilmente più moderale cbe non quelle finora da noi incontrate. Qui non abbiamo a scartare quelle miriadi di millenii, pretese dai popoli Asiatici od Egizii, e troppo contrarie a tutte le memorie vere del genere umano e del nostro pianeta. Il popolo Greco fu vano ancor esso, ma non iscioccamente vano; ebbe fantasia, ma pur senno; e non fece guari risalire la propria storia mitologica oltre all’anno 2000, né la positiva oltre al 1000 all’incirca. E ne furon derisi, quasi fanciulli od nomini nuovi ed ignoranti, nn solone, un Erodoto, un Platone da quei pedanti di dottrina e nobiltà i sacerdoti egiziani; ma i derisori ne son derisi oramai essi stessi, come succede, dalla scienza progredita. — Tutti questi fonti poi furano studiati, elaborati, combinali, da quattro secoli in qua, da innumerevoli eruditi Italiani, Francesi, Inglesi, e Tedeschi; de’ quali si farebbe una bibliografia di commentatori anche più voluminosa, come suole, che non quella de’ fonti. Nè vi ci fermerem quindi nemmeno.1 Ma qni pure ci pare importante nn’avvertenza: onoriam sempre l’erudizione, ma diffidiamone talora. Ella è necessaria a raccogliete e discernere i fonti; è stromento indispensabile alla storia; ma non è la storia. Troppo sovente gli eruditi, rinchiusi negli studi, affogati ne’libri, perduti ne’testi, dimenticano la natura, la civiltà nmana; escon fuori con sistemi combinanti più o men bene i libri, ma molto male gli uomini; e fanno storie documentalissime ed a cui non manca nulla, se non la possibilità degli, eventi laboriosamente sconnessi. Peggio poi,

’ E non è se non come bibliografia incompiutissima che accenniamo quella solita delI’Oettlnger, Hitloritchu Archi*., Carlsruhe 1841, dal n*»88 ai 3630.