Pagina:Meditazioni storiche.djvu/46

Da Wikisource.

rale dì natura sua la creazione. Già dicemmo in generale al fine della prima Meditazione, che non sapremmo assolutamente discorrere di storia universale senza discorrere di relazioni di Dio cogli nomini, di rivelazioni; ma qui diciamo più particolarmente che non sapremmo proseguire senza miracoli e misteri: e già ne prevediamo altri tali, che non potrebbero più che quelli della creazione esser tolti di mezzo. Quindi noi po(remo bene disputare talora se questo o quel fatto sia miracolo o mistero, soprannaturale o no; ma non escludere il soprannaturale dalle nostre contemplazioni.— Qui poi, ne’misteri concomitanti della creazione, noi ne veggiamo di quelli che chiameremmo quasi minori, i misteri della eternità prima del tempo, dello spazio prima della materia; i quali non sono misteri se non per la insufficienza sentita da ciascuno di noi di concepir compiute in nostra mente le idee infinite. Il mistero maggiore, perchè implica non solamente insufficienza, ma apparente contraddizione tra le nostre povere idee, è quello della causa della creazione. Come, perchè volle creare, perchè creò egli Iddio? Iddio, che noi non possiamo concepire se non eternamente’perfetto, eternamente contento, eternamente sufficiente a sè stesso? Ma di questi e di tutti gli altri misteri, i quali noi abbiamo pure ad incontrare, noi lasceremo le contemplazioni compiute a que’ filosofi che ne fanno oggetto proprio, aiutandosi di tutte le facoltà, di tutte le informazioni della ragione e della rivelazione; noi non osserveremo di essi, se non le armonie loro con gli eventi gmaiù, assunto nostro. E cosi noi osserveremo qui: ohe l’inesplicabile, l’ineffabile fine, volere, o piacer di Dio nella creazione, non potè aver per oggetto se non sè sóle, solo esistente prima della creazione; che Egli non operò, nè potè operare se non per sè; che Egli è, e non può essere se non la causa finale di tutta la creazione. — Ma in qual modo è ordinala a tal fine ogni creatura di Lui? Questo sarà oggetto della Meditazione seguente, sarà occasione di contemplar nuove armonie: là, come qui e sempre, di contemplare, armonizzare, adorare.