Pagina:Mela - I tre libri di Pomponio Mela del sito, forma, e misura del mondo. Tradotto per messer Thomaso Porcacchi.djvu/19

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p R I M O. n 17 r perpetuo giogo congiunti inficine: V inqucfia gin a uifacejfipatfa re, come boggi fi il m* Oceano» che prima impedito da’ monti, non poteua. m, bora ampi* mente fi diffonde er con grande impeto circonda incoi■no Ucommoffa terra. Ne! refto,il Paeficignctm.ne ha cofa che degna fia.Ha piccole caMa, piccoli fiumi: er e-il terreno migliore che gli burnirà; l quali per la loro pigntia fanno fiftefii v CT il f*fr • Ma fra quelle ccfi,che io non mi uergogno a re, ui fono alcuni monti alti, quafi cbe per arte p fi a filo U~fonofetteanouero: i quacptrUomiglian Za loro fon chiamati i fratelli, «da er Rofìgada * er siga citta piccole j cr cefi il por to che per Ifua larghezza fi ca ’ di cui habbiam ragionato, e un fiume al prefinto temine dette genti, CT già de’ regni è Becco & à Ugurta.’D a quefiofi difende la ritania; ma meglio lauorata, cr più ricca. Le prime Città, ch’elle habbia, fono bora è Colonia de Sittiani, cr già era la ■ gale di tuba, cr di Siface, quando ett’era rKcbifiuna. Io l uerfo il mare, già ignobile: cr boraj perchè qutui è il regai figgio di tuba, CT demandafi Cefareailu* lire. Di là da quefia, che è pofia quafi nel mezo del li* toglila terra di Carteima, er d’Arfenana, cr il Cafleìlo Anfa; e’I golfo di L aturo; e’I fiume Sardabaie di là dalla fipoltura publica detta gente del Re. £uui dipoi la città d’icofo, cr di Vthifia» co’fiumi Anco,