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sopraffarsi a vicenda, dando il primo impulso alle imprese ed alle conquiste d’ogni specie e talora anche porgendo l’esca al divampare delle violenze che desolano l’umanità.

A rendere più aspra e violenta questa lotta egoistica dell’umana specie ed a creare nuovi impulsi ai movimenti dei popoli, concorre potentemente anche l’aumento generale della popolazione.

Se anche si debba ritenere che la teoria di Malthus pecchi di esagerazione nell’affermare che la popolazione umana, quando nessun ostacolo le si frapponga, tenderebbe a raddoppiarsi in ogni periodo di 25 anni, aumentando cioè secondo la progressione geometrica 1. 2. 4. 8 ecc., mentre nello stesso periodo di tempo la produzione alimentare aumenterebbe solo secondo la progressione aritmetica 1, 2, 3, 4 ecc, è tuttavia ormai constatato che quando le guerre, le epidemie, i cataclismi ed altri malanni non perturbano la società, essa cresce in un modo spaventoso, superando di molto l’aumento che malgrado il perfezionamento agricolo e industriale può aversi nei prodotti alimentari.

Abbiamo esempi in questo secolo di nazioni europee, tra le quali è anche l’Italia, le quali malgrado le guerre sanguinose, le non poche emigrazioni e le visite del morbo asiatico, hanno dato un sensibilissimo aumento nella popolazione, mentre le statistiche dei prodotti alimentari hanno segnalato dei risultati tutt’altro che floridi.

Questo aumento di consumatori non secondato da un corrispondente aumento dei mezzi d’esistenza promuove l’esodo di molti individui che trovansi a disagio o che vedono troppo ristretto o conteso il campo delle loro aspirazioni, e dà una spinta all’emigrazione la quale è una delle forme d’espansione coloniale.

Se dalle predette cause generali, che sono in massima comuni a tutte le razze, derivarono gli impulsi naturali al movimento d’espansione dei popoli; la spinta maggiore e la forza per effettuarlo vennero loro date dalla civiltà.

Finchè l’Europa fu avvolta nelle semibarbarie del medio evo, non diede alcun segno di forza e di vitalità. Lacerata