Pagina:Melli - La Colonia Eritrea (1899).djvu/237

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La gita di Menelik e di Taitù ad Axum, la ritirata e lo sbandamento di altre truppe, nonchè le ribellioni di Tecla Haimanot, di Oliè e di altri capi non erano che fiabe messe in giro da Menelik per trarre in inganno il Comandante italiano; e riesce strano che questi abbia potuto avere tali informazioni come tutte concordi e che le abbia credute con tanta facilità.

Era possibile un propalamento di notizie così assurde senza che da nessuna parte venisse qualche smentita? Che tutti i nostri informatori si prestassero a fare il giuoco di Menelik?

Può darsi; ma non per questo è meno biasimevole quella buona fede del Governatore, che sull’asserzione di informatori che non ne avevano mai indovinato una, che arrivavano sempre con notizie nebulose, incerte ed in ritardo, gli faceva esporre le sorti della Colonia e delle truppe ad un supremo cimento.

Sta il fatto della strettezza dei viveri che, se non immediata, imponeva certo una prossima risoluzione; era giusta la speranza di poter aprire una nuova via di rifornimento da Adi-Ugri, ben fornita di materiali, più facile e più breve; è vero che la ritirata avrebbe imbaldanzito il nemico, demoralizzate le nostre truppe ed eccitata la ribellione per lo meno nell’Okulè-Kusai e forse anche nel Seraè e costretto ad un isolamento doloroso il presidio di Adigrat, qualora non si fosse preferito di ritirarlo; vero anche che necessitava provvedere a Kassala, sebbene questa potesse più facilmente soccor-