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principale si dirigono quasi parallelamente da est ad ovest separando i bacini dei fiumi e torrenti che solcano l’interno dell’Abissinìa.

La prima cominciando dal nord, s’annoda al massiccio dell’Asmara e prolungandosi tortuosamente verso il Dembelas separa i versanti del Lebka, dell’Anseba e del Barca tributari del Mar Rosso, da quello del Mareb che per mezzo dell’Atbara affluisce al Nilo.

Altra catena si distacca nell’Agamè e dirigendosi verso Adua e Axum separa il bacino dei Mareb da quello del Tacazzè altro affluenti dell’Atbara. Dal Ieggiù a sud del Lasta se ne dirama una terza che va fin contro il lago Tsana, separando il bacino del Tacazzè da quello dell’Abai, o Nilo Azzurro, e dei suoi affluenti.

Quest’ultimo bacino è limitato a sud dal tratto della grande dorsale etiopica che ripiega verso i regni di Kaffa e di Ghera, il cui versante opposto manda le acque ai bacini del Ueri e del Giuba.

Al centro dell’Abissinia, ad un’altezza di 1851 m. sul livello del mare trovasi il magnifico lago Tsana, emissari dell’Abai, con una superficie approssimativa di oltre 2000 Kmq. ed una profondità media di circa 50 metri.

Ad ovest di questo grande lago, dai monti che lo separano dal Gallabat discendono il Racad e, più importante, l’Atbara che si congiunge al Nilo presso Kartum.

L’Abai, l’Atbara e il Tacazzè sono i soli veri fiumi d’Abissinia con acqua perenne; tutti gli altri sono torrenti quasi asciutti nella maggior parte dell’anno, ma che nella stagione delle piogge si ingrossano furiosamente.

Tra i fiumi che scendono al Mar Rosso e che sono tutti di poco corso, oltre al Lebka, all’Anseba e al Barca già nominati ed altri minori, sono da notarsi l’Auask, originario dai monti dello Scioa, ed il Golima dall’Enda Moeni, che si perdono entrambi nelle sabbie della costa.

Il suolo dell’Abissìnia è tutto sconvolto da giganteschi fenomeni vulcanici che ne hanno rotto e tagliata e sollevata in mille modi la superficie.