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Costituzione politica dell’Abissinia. — La costituzione politica dell’Abissinia è basata sul sistema feudale che fa capo ad una suprema autorità imperiale, il Negus Neghest. Tutto l’impero comprende quattro regni o principati cioè: l’Amhara, il Tigrè, il Goggiam e lo Scioa ai quali furono recentemente aggiunti altri territori meridionali appartenenti alle tribù dei Galla ed il principato d’Harrar. Attualmente è Negus Neghest, ossia re dei re d’Etiopia, Menelik II re dello Scioa, che successe nel 1889 a Giovanni Cassa morto nella battaglia di Mettemma1. Secondo la costituzione politica abissina, dal Negus Neghest dipendono i re (Negus) ed i principi (Ras) e da questi i capi di Provincie e villaggi (Degiac e Scium) i quali sono prefetti, sindaci, agenti delle imposte e sottocapi militari, nel territorio e nelle popolazioni soggette alla loro giurisdizione.

Generalmente queste cariche sono distribuite secondo il sistema ereditario e costituiscoco un diritto feudale consacrato dai codici; ma le rivalità e le ribellioni tra capi e dipendenti, appoggiate da partigiani comperati o beneficati turbano le successioni, e non di rado avviene che al posto del legittimo feudatario sia installato dai Negus o dai Ras qualche persona che non ne ha alcun diritto.

Tutte le norme di diritto pubblico e privato vigente in Abissinia hanno origine dal così detto codice dei Re (Feta Neghest) e dal Codice Ecclesiastico detto Sinodo.

Questi due codici sanciscono il principio della monarchia ereditaria nei discendenti da un primo Menelik, ritenuto figlio di Salomone e della regina Saba, e fondatore della Monarchia Etiopica, e stabiliscono come religione dell’impero la cristiana di rito copto, che riconosce in Gesù Cristo la sola natura divina ed ha una speciale venerazione per Maria Vergine. Sono speciali suoi riti il battesimo a 40 giorni, la circoncisione pei maschi e femmine, una qua-

  1. Secondo il Cecchi Menelik sarebbe nato nel 1844.