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mandano, e talvolta conservano lo stesso titolo di Scium che può equipararli ad un Degiasmacc ed anche ad un Ras.

Negli accampamenti le truppe si dispongono intorno alla tenda del Ras o del Re, costituendosi ripari con frasche, o con tende per chi ne ha, senza ordine di sorta.

La tenda del Ras e del Re serve di bandiera, e di segnale per la marcia o per le tappe e per tutte le operazioni di guerra.

L’armamento e munizionamento è vario ed incompleto, ma in questi ultimi anni ha subito un notevole aumento e miglioramento. A poco per volta le lancie cadono in disuso, ed il fucile più o meno recente è l’arma generalmente adottata.

In seguito alle ultime guerre anche l’artiglieria non è più sconosciuta in Abissinia, e l’ultima campagna contro l’Italia ha dimostrato che essa può mettere insieme un esercito di 200,000 combattenti con 100,000 fucili e 50 pezzi d’artiglieria.



Lingue e dialetti. — La lingua parlata o scritta in Etiopia è generalmente la così detta Amahrica che ha origine dalle regioni meridionali; è diffusa nello Scioa nell’Amahra, e nel Goggiam. È la così detta lingua ufficiale e si insegna nelle varie scuole dell’impero.

V’è poi la lingua sacra o geez, antichissima, che servì per la traduzione della bibbia e colla quale sono scritti tutti i libri sacri; essa è conosciuta soltanto dai preti e dai dotti come da noi il latino.

Ma da questa derivarono dialetti che sono parlati in tutta l’Abissinia settentrionale e nelle regioni limitrofe.

Cioè la lingua tigrè (dialetto più antico e più affine al geez) parlato nei Mensa, Barca, Habab; e la lingua tigrai o tigrigna (dialetto più moderno e contraffatto) che si parla nell’Eritrea, nello Scirè, nell’Agamè e nell’Enderta fino al Semien.