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conoscere il diritto d’importare armi in Abissinia.
Malgrado tuttociò il governo italiano prestò l’opera sua ad insediare in Adua il rappresentante imperiale Masciascià Uorchiè, incaricandosi anche, senza poterne poi avere alcun compenso, di somministrargli viveri ed altri aiuti in omaggio a quella politica scioana che il Negus sfruttava tutta a suo vantaggio.
I gravi ed aperti dissensi sorti tra il conte Antonelli ed il generale Orero relativamente alla nostra politica coloniale, determinarono quest’ultimo a chiedere il rimpatrio, ed in sua vece nel mese di giugno 1890 veniva inviato a Massaua il generale Gandolfi che assumeva per primo il titolo di Governatore dell’Eritrea.
L’opera del generale Orero nella nostra colonia fu breve, ma rimase segnalata per la ardimentosa marcia compiuta con grande perizia su Adua, che affermò per la prima volta il potere dell’Italia nella capitale tigrina.
Nell’amministrazione interna della colonia e nelle relazioni colle tribù arabe circonvicine, egli seguì le tracce del suo predecessore, adoperando una politica conciliatrice ed energica che si acquistò il rispetto e la stima di tutti.
Fu sulla fine del suo periodo di comando, cioè nel giugno 1890, che comparvero in scena per la prima i dervisci contro la colonia.
Un migliaio circa di essi erano penetrati tra i Beni Amer nostri dipendenti, predando, uccidendo e devastando il paese. Il capitano Fara, mosso da Keren ad incontrarli, li sor-