Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/106

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Di fuori, rimase il lume di luna, così perentoriamente messo alla porta.

E nel lume di luna, la faccia turbata, quasi stravolta di Drollino!

Sua! mormorò il giovane.... E digrignò i denti....

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Si guardò attorno. Era precisamente in quel lato del giardino dove, otto anni prima, aveva avvertito l'avvicinarsi dei malfattori. Rivide, colla memoria, quelle tre faccie sinistre sbucanti cautamente dall'oscurità del viale!...

Ma ora, la pace era completa. La facciata della villa taceva nella molle bianchezza che l'illuminava.

Un subito pensiero scosse Drollino. Provò un impulso.... quello di destare ancora, tutti con un grido d'allarme: al ladro.

Ma si trattenne, con uno sforzo violento che gli fece provare come un senso di stringimento alle fauci.... Ah Cris....

Ma non potè finir quella parola... neppur quella...