Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/157

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— Ecco — disse Battista, il cameriere del Duca, accennando una signora a Drollino dalla finestra del tinello — è quella là!

— Ah! — disse Drollino semplicemente.

— Bella donna, perdio! — continuò Battista. — Sett'anni, capisci! Ora naturalmente è finita, ma è curiosa però che sia venuta anche lei, eh?

— Curiosa — ripetè Drollino. — È una bella donna, infatti.

Era una bella donna veramente, sana, forte, attraente. In vece di dignità, la sua fisonomia possedeva un certo fascino pronto, ricco d'infiniti sottintesi d'espressione. Era eccessivamente, fatalmente donna, e sapeva anche esser signora senza pregiudizio d'ogni altra sua prerogativa. Accanto alla semplicità delicata di Milla, pareva ancor più pomposa e stranamente elegante. Nella sua ardita acconciatura da mattino; la sua freschezza matura somigliava alla fioritura opulenta d'un fiore esotico, dal profumo irritante. Aveva