Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/178

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ripeteva sommessamente delle innumeri Ave Marie. La Duchessa non avvertiva nulla di quelle preghiere, nè di quel timore. Calcolava quanti giorni dovevano passare, prima che spuntasse quello della partenza di Olga.

Giunsero a casa senza inconvenienti. Milla, nello scendere, s'accorse che a mala pena si reggeva in piedi. Si ricordò che non aveva ancor preso nulla; e perciò, invece di dirigersi verso il proprio appartamento, pensò di fermarsi un momento in sala da pranzo. Questa si trovava in un'altr'ala della villa, dove il rumore della carrozza che giungeva poteva benissimo non essere stato avvertito.

La tavola per la colazione comune non era ancora preparata; ma, in un cantuccio appartato nel vano d'una finestra, un tavolino elegantissimamente apparecchiato, faceva testimonianza di un allegro asciolvere, testè compiuto da due persone. Infatti, il Duca e la Baronessa Olga avevano allora finito di prendere il caffè. Erano