Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/18

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ospitalità larga, franca, veramente opulenta nella stessa sua semplicità. Nessun cerimoniale, s’intende, nessun sussiego, tutto schietto, alla mano, un po’ all’antica, abbondanza eccessiva, una buona dose di sperperi e d’abusi, ma lieta anche questa, quasi consacrata dall’abitudine e dalla gratitudine. Una moltitudine di persone di servizio, per far poco o nulla, ma per scialare allegramente alle spalle del padrone che ignorava molto e tollerava assai, ed era oggetto, da parte di quanti se la godevano alle sue spese, d’una specie di culto, grossolano forse, ma se non altro sincero.

La villa era bellissima, vecchia, ma d’un’architettura già emancipata dallo stile greve e freddamente monumentale del più delle sue contemporanee. S’alzava in mezzo al giardino su un rialzo di terreno che componeva una vasta spianata tutta coltivata a fiori. Di fronte alla facciata principale, si stendeva un viale di antichi ipocastani che facevan capo ad un’ampia cancellata e all’entrata della villa. Il viale costeggiava a de-