Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/200

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di gran simpatico, d'anemia, di debolezza. E mentre faceva queste osservazioni e teneva fra le mani il polso bianco e magro di Milla, guardava attentamente ora Giuliano, ora la faccia rigida della Duchessa.

Finì dunque coll'assicurare che non c'era nulla di grave; ordinò marziali, accennò alla necessità d'una vita molto quieta; e suggerì di passar l'invernata nel Mezzogiorno. Poi se ne andò, certo in cuor suo che quella donna soffriva crudelmente, senza concedersi uno sfogo. Il celebre dottore non era soltanto celebre, era vecchio, conosceva del pari la donna e la vita.

Nell'andarsene, ebbe una sorpresa. Giungendo alla stazione, vi trovò ad attenderlo un giovinotto bruno, magro, con due occhi assai vivi e profondi, il quale, qualificandosi per un addetto della tenuta d'Astianello, gli chiese semplicemente, ma in modo abbastanza categorico, se la Duchessa fosse ammalata molto, molto?...

Il medico non ricusò di rispondere, ma non si