Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/27

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male era che s’affezionava tenacemente agl’individui della razza, e, se accadeva la vendita di qualche pariglia o di qualche allievo del quale egli si fosse personalmente occupato, considerava quella misura quasi come un insulto personale, digrignava i denti, bestemmiando come un Turco e per più giorni batteva la pianura come un zingaro. Poi l’amore pei cavalli lo vinceva e la pecorella tornava all’ovile.

Ragazzo com’era aveva già una salda esperienza del suo mestiere; ne sapeva quasi tutte le malizie; ciò che piace ai cavalli e ciò che dà loro ai nervi. Era un po’ prepotente e quando imbizzarriva, tirava calci e mordeva. — Mi spiace a dirlo, ma temo che Drollino non avesse sulle parole tuo e mio delle nozioni d’una precisione matematica. Il frutteto riceveva spesso qualche sua visita notturna e il giardiniere trovava sempre mancanti all’appello certi limoni acerbi ch’egli contava spesso con una cura piena di speranze. E Drollino amava molto i limoni acerbi...