Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/301

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No, non s'era ingannato. Sulla strada il sole batteva splendidamente suscitando dei riflessi abbaglianti nei cristalli dei fanali. Ma ciò non gli impedì di ravvisare Mia, l'americana, la barba bionda del Duca, e accanto a lui l'uniforme verde coi bottoni dorati di Battista. Ecco, il momento era venuto.

Scese, armò il cane della pistola, e, nicchiato dietro il muro, aspettò che la carrozza passasse precisamente di lì. Mormorò due nomi: — Mia e Milla! — Sì, egli liberava entrambe da un ignobile giogo! Esse non lo sapevano, ma egli le vendicava in un punto solo, Mia e Milla!

No! la Duchessa non doveva correre il rischio delle rivelazioni d'un mascalzone! E se moriva anche lui, questo mascalzone; ebbene, meglio così, il segreto che, svelato, potrebbe uccidere la Duchessa, morrebbe con lui e col Duca, laggiù, in quel burrone.

Mia giungeva in quel momento, al passo, davanti al muro del cimitero.