Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/40

Da Wikisource.

L'eroe era debole assai, ma grato, superbo di aver meritato tanti onori e sopratutto una visita del Principe. Al padre che gli chiedeva più tardi se nel momento terribile non avesse avuto paura, rispose coscienziosamente di no. — Cioè — corresse un momento dopo — ho avuto paura di due cose: che mettessero fuoco alle scuderie e che destassero la signorina Milla!

Rimase a letto per una ventina di giorni. Il Principe non s'era accontentato dell'elogio fattogli in quella notte memorabile. Mandava ogni giorno a prender sue notizie e volle che fosse per tutto il tempo della malattia nutrito a spese della casa. Poi un bel mattino, quando seppe che era proprio guarito, lo mandò a chiamare.

Drollino venne subito accompagnato da suo padre. Era ancora assai debole; il sangue perso e quei venti giorni di letto l'avevano infiacchito assai; era magrissimo e aveva le labbra smorte. Il cuore gli batteva forte e le gambe gli tremavano un poco mentre attraversava la lunga infilata