Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/73

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otto con una voce strana uggiosa, colla voce di una pendola che non è più di moda. L'ultimo raggio del sole entrava di sbieco dalla finestra, e cadeva sul velluto scolorito, ammaccato d'una poltrona zoppa.

Giuliano mise un sospiro lungo lungo, il sospiro d'un uomo che fa una fatica enorme.

— Per farti piacere.... — disse poi dolcemente a sua madre. — Ma sai che amo le cose spiccie.

La Duchessa trattenne un grido di trionfo, e s'alzò. — Oh! Giuliano, Giuliano. — Non voleva piangere, ma si mise a piangere, ciò non ostante.

Le vecchie hanno facile il pianto e la Duchessa evitava con ogni possa di tradire sè stessa in quel modo, davanti a Giuliano, che in questi casi soleva prendere con aria grave il suo cappello e si ritirava un tantino più frettolosamente del solito. Ma stavolta.... ah stavolta non seppe proprio trattenersi. Ecco, era la Madonna della Consolata, lei per l'appunto. Certo, un cuor d'oro.... lo comanderebbe subito.... a Canavero.