Pagina:Memorie dei Conti di Thunn 1839.djvu/101

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In quest’anno il vescovo Bernardo raccomanda al vescovo di Feltre Martino di Tono suo affine, fatto prigione con un altro dai Veneti nel Friuli presso Porto Naone, pregandolo d’intercedere acciocchè sia libero almeno dal carcere, dando cauzione di non dipartirsi da Venezia. Il raccomanda pure a Leonardo Loredano Doge veneto; il quale, in grazia di Bernardo, lo avea messo in libertà. Ma poi saputo avendo che Giulio Manfroni suo conduttore tenevasi in istrettissima custodia, usandogli mali trattamenti, ad istanza de’ genitori del detto Manfroni incarcerò di nuovo il Tono, e fece intendere al nostro Vescovo che quando sarà libero il Manfroni esso libererà pure Martino. Tuttavia, a nuova istanza del Vescovo, sciolse dal carcere il Tono, a patto che non si allontani da Venezia. Anche Anna e Maria, Regine arciduchesse d’Austria, scrivono agli oratori del Pontefice, di Francia e di Spagna, impegnandosi ad interporsi per la liberazione di Martino di Tono, detenuto dai Veneti. Il Manfroni era stato arrestato dagli Austriaci.

(Ip.)


1521.


Sigismondo di Tono, consigliere, e Martino di Tono col Quetta, cancelliere aulico, e con più