Pagina:Memorie del Cagliostro in Roveredo.djvu/17

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che eran contro di se, e che mormoravano nelle piazze, e suscitavano la plebe. Imperocchè diceva: nessuno può far del bene senza invidia. Ovunque io fui, in tutte le nazioni, molte cose soffrii dagli uomini, e non ne volli rovinare alcuno, ma anzi tutti conservarli. Imperocchè questa è carità, che assomiglia l’uomo a Dio, rendere bene per male, e togliere il nostro genere dalle sue tribolazioni. E narrava più estesamente quante cose in Francia, in Inghilterra, e nella Tracia per la salute altrui avesse dovuto sopportare, e loro perdonava. Era poi di mattino per tempissimo. E la moglie di un certo Tribuno dei soldati del territorio Milanese, bella, e adorna, la quale avea delle raccomandazioni a Battista fratello di Nicola, desiderava vedere Cagliostro, avendo molte cose di lui udito, e letto, in qual maniera risanasse tutti, e non fosse un altro simile a lui in tutto il mondo. La prese dunque Battista, e la condusse da Cagliostro: se finora ti fui in qualche cosa molesto, io oggi ti diedi una gran mercede. E non si oppose, e li licenziò.