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Quando si giugne a Brescia venendo da Verona, vi si giugne coi veicoli di trasporto della Società lombardo-veneta: se si vuol continuare sino a Bergamo per la linea lombardo-veneta, non vi è alcuna perdita di tempo nè pei viaggiatori, nè per le merci, e non vi è alcuna nuova spesa. Accade appunto il contrario se, giunti da Verona a Brescia, si voglia andar a Bergamo per la linea di Palosco, per quella della concorrenza, per quella di un’altra Società.

Lo stesso si dica, salvo la direzione inversa, per gli uomini e per le merci, che venendo a Brescia da Bergamo, debbano continuare il loro cammino da Brescia a Verona, ed in giù.

Le spese di carico e scarico alla confluenza a Brescia sarebbero forti, ed il tempo perduto moltissimo (§. 75).

123. Chi dunque vorrà continuare da Brescia verso Bergamo, o verso Verona, verrà e continuerà sempre, per celerità ed economia di viaggio, per la linea della Società lombardo-veneta, parta da Bergamo o da Verona.

Pel solo movimento stretto tra Bergamo e Brescia i viaggiatori avrebbero la scelta tra la celerità di una mezz’ora di viaggio e l’economia della spesa.

Quelli che pregiano la celerità andrebbero per Palosco, quelli che tengono in gran conto il guadagno, verrebbero per Treviglio: e si può credere che non saranno pochi, se male non giudichiamo la tendenza del secolo, in cui l’interesse, e proprio quello che si misura a scudi contanti, ha una grande potenza per non dire un esclusivo dominio.

Ad ogni modo si vede chiaro che lo sviamento per questa linea di Palosco sarebbe un danno piccolo in confronto della rovina che patirebbe la Società, ove cedesse la linea tra Milano e Brescia, e permettesse che l’intiero cammino in due Società si rompesse.