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a43 ESPEIIIENZE ANALITICHE
quanlila di siero da me trovalo, rispellivamenle alia malcria gruniosa oltenula, e ccrtameiite iion poco cccedente. Se ci»li e vero, come LI Prol’essore curanle mi disse, die, indipendciilementc dalla sccrczione lallea, od unitamcnle alia medesima, la giovaiic era affetta di dialiete, doveva assolutamenle esser privo il fluido, datomi ad esaminare, dei due priiicipali maleriali clie carallerizzano r urina, l’ urea cioe, e l’ ac’ulo urico, come di fatli avvemic. Ji’essuno ignora che uno dei principali caralteri dclle urine degli alTetti del diabete e precisamente la mancanza dellc predelte due sostauze, alle qnali deve l’ urina comune d’ una persona sana i caratterL parlicolari, die dagli altri fluidi auimali la distinguono; poiche fra cpiante analisi furono fatte d’ nrine diaheliclie nessuna se ue trovo clie ahbia dato ses;ni d’ urea: almcno cosi si raccoglie dai lavori fatti fin ora dai JMcolas, Cadet, KlaprotJi, Michelis, Cruickshanks, Dupujtren, Tlienard, ed altri: il solo Bostock sembra essere state di tutli più fortunato, il f(uale per I’appuiito ill un’ urina d’ un ammalato di di:d,ete insipido ( questo e il caso della giovanc, come avverjii nei mici esperimenti ) dice essersene trovato i/io: ma quesLi non e che una eccezione, e non una regola: d’ altronde converrebbe sapere in quale periodo della malattia questo chimico riceyette l’ urina da lui analizzala. Oi-a essendo più alia ragione couforinc il credere, che le urine dei diabetici, o saccarine, od insipide, siano senza urea, la mia induzione sul fluido latteo mi pare diritta, e non vuole essere ma» diiicata, che per rispetto alia quantitu di siero avuta dalla coagidazione del medesimo, la cpiale deve supporsi non derivare inticramente dai lalle, ma dall’ urina alterata, e senza ui-ea, come generalmente tro\asi nei diabetici: dai che risnlla che il fluido latteo esaminato era precisamente un miscugUo di latte comune con urina, riui priya <£ urea j e d’ acido lirico.
