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Pagina:Memorie della Accademia delle Scienze di Torino, Tomo XXIX.djvu/453

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del barone vernazza 41


Il Moschino e Simone figliuol suo, e i due palazzi, che egli dice, possono dare argomento ad altri discorsi: oggi non divagherò gran fatto dall’Ardente e da una lettera del Tasso.

Messer Alexandro Ardente fu noto al suo contemporaneo Lomazzo, che scrisse esser Luchese1. Fu noto al Morrona che lo chiamò Pisano2. Il Zani, che vide in Torino, ed ebbe a suo comodo uso tutte le mie carte pittoriche, potè scrivere con sicurezza che l’Ardente mori nel 15953, ma dal Zani son nominati due pittori del medesimo cognome. Dell’uno ei tace il nome di battesimo, e dice semplicemente che operava nel 1721, e che fu pisano. Dell’altro dice si chiamava Alessandro, che fu pittor ritrattista, pittore ornatista, pittor bravissimo, che operava nel 1562, e che era di Faenza. Similmente il Lanzi lo riconobbe per Faentino4, e soggiunse comunque altri lo facciano Pisano, ed altri Luchese. Ai tempi dell’Ardenti viveva Giambattista Armenini di Faenza. I suoi veri precetti della pittura furono stampati nel 1587 in Ravenna, ed in essi egli dice come nel 1556 era in Roma, pur non ebbe opportunità di nominarlo nel suo libro. E tuttavia non si puo dubitare che fosse suo concittadino: peroohè in quttro chiese di Lucca si trovano opere di Alessandro Ardente, in ciascuna delle quali è scritto Fauentinus, e in una pittura è l’anno 1565, e in un’altra 1568; così assicura la guida del forestiere per la città e il contado di Lucca, del qual libro l’uno de’ principali autori e il Cav. di S. Quintino5

Venne adunque in Torino l’Ardente nel 1572, portando i disegni di architettura confidatigli dal Moschino.


  1. Trattato dell’arte delle pitture. Milano 1584. p. 435.
  2. Pisa Illust. 2 ed. L v 1812. t 2 p. 521.
  3. Enciclop. metod. part. I. vol. 2. p 179.
  4. Storia Pittor ed. 3. Bass. 1809. t. V. p. 263.
  5. Pag. 65 79 118. 122 155 alla pag. 38 amendue gli Ardenti son chiamati contemporanei dello stesso nome e cognome Annotazione che dal Cav. S. Quintino, come egli mi disse, non si accetta per sua: essendosi la stampa eseguita nella sua assensa da Lucca.