Pagina:Memorie della Accademia delle Scienze di Torino, Tomo XXIX.djvu/592

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152 osservazioni

del quale doveano sgorgare cinque zampilli di acqua da altrettante bocche di mascheroni.

Un altro simile monumento fu da me stesso colà scoperto, ne’ giorni scorsi, nell’aja di un podere detto sant’Antonio, fra una moltitudine di pietre squadrate, di lastroni, di basi, di capitelli,1 di colonnette infrante; tutti avanzi probabilmente del vicino teatro. Consiste quel monumento in una colonnetta di forma quadrata, fatta colla solita arenite del paese, alla dicianove once piemontesi, (tre quarti del metro, circa) e larga dieci delle medesime once: ma è mancante verso la base, e sgretolata e corrosa in più d’un luogo la sua superficie. Questa pietra è coronata superiormente da un frontespizio acuminato, nel timpano del quale evvi un rosone; e nel campo che gli sta sotto si legge la seguente iscrizione.2

CN • ATILIVS CN • F SERRANVS

FLA' • AV .......... ATR

CO ..........


cioe: Cneius Atilius, Cnei filius, Serranus, Flamen augustalis, Patronus coloniae. .... La restituzione della terza linea di questa iscrizione è troppo facile ed ovvia perchè io mi trattenga a darne ragione; meno certa è quella dell’ultima, dove altre volte si poteva leggere non la sola parola COLONIAE, ma COL. LIB: ma io nol crederei, perchè la detta fonte essendo stata dissoterrata in Libarna, al cui uso era sicuramente destinata, la presenza del monumento suppliva alla forma elittica della frase, ed ogni ulteriore spiegazione diveniva superflua, e poco consentanea alla maniera compendiosa con cui gli Antichi soleano scrivere sulle lapidi.

Sommamente preziosa per la storia di Libarna è questa iscrizione, perchèe veniamo a sapere da essa, che anche quella città, al pari di Tortona, era ascritta fra le colonie di Roma. Plinio, a

  1. Vedi la tav II. n° 4
  2. Vedi la tav II. n° 1