Pagina:Memorie della Accademia delle Scienze di Torino, Tomo XXIX.djvu/740

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g)4 veilule nelleaUre duo iscjlxioui, cioii! PHemdiwfi uomo defuiito, oppavtcnentQ ud Osiride, nato da Tacid ma inadre^ Senza ch’ io entri qui in nuovi esaini analilici, polru ciascuuo farli da per se slesso su que’ aianuscriui nei piincipio delle priuie linee che prcseiHo a quest’ uopo nella tavola ii, solto le letlere a, e n. Nii solamente per queslo titolo sono pre/iasi que’ dooumenli, jna ancora per ia certezza die abbiaino dclla eta in cui furouo scritti. Questa nolizia pu6 riuscire molto opportuna per esaminare la condizione della scrittura egiziana negU uUimi suoi periocU, e paragonarla cou quella de’ papiri pii\ antichi, contemporanei ai primi regni della dicioltesima diuastia, onde eonoscere le vai’ iazioui cui essa, dopo taiili secoli, aiido soggelta nella forma, nella cleganza e nella disposizione de’ suoi caraltcri. Di queste cose potra intanto giovarsi la Paleografia (j3): io, nel dar conto di tutlo tlo clie alia mummia dell’ egiziano PetemenoG apparteneva, sarti contento di averle acceunale.