Pagina:Memorie per servire alla vita di Dante Alighieri.djvu/191

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niuno imitò meglio, e più esattamente Dante di questo Domenicano; onde l’Opera sua meriterebbe, che alcuno si prendesse la cura di pubblicarla1. Dice poi Gio. Boccaccio2 che a tre distinti personaggi dedicò Dante il suo Poema, vale a dire la prima Cantica ad Uguccione della Faggiuola, che fu un tempo Signore di Pisa, e Capitano Generale di messer Cane della Scala3; la seconda al Marchese Maorello Malaspina, di cui altrove si è parlato; e la terza a Federigo III. Re di Sicilia: ma lo stesso Boccaccio soggiunge «alcuni vogliono dire lui (cioè Dante) averlo titolato (il Poema) a Messer Cane della Scala; ma qual si sia l’una di queste due verità, niuna cosa altra n’abbiamo che solamente il volontario ragionare di diversi». Ed in fatti non è altrimenti vero, che il Paradiso fosse dal Poeta presentato al Re Federigo, nè tutto il Poema a Can grande, mentre la dedica appunto fatta da esso, la quale ci è solamente restata, fa vedere che il Paradiso, e non altro indirizzò non a Federigo, ma al detto Cane. Ella trovasi mentovata dal Mazzoni4, a cui la communicò Domenico Mellini5 gentiluomo Fiorentino; e gli Autori della Galleria di Minerva furono i primi nel 1700.6 a darla alle stampe; onde poi fu inserita nella moderna edizione Veronese della Commedia fatta con

  1. Il padre Fineschi ne dette un lungo ragguaglio in stampa nel 1782. in un opuscolo relativo a questo Poema medesimo.
  2. Vita di Dante.
  3. Di Uguccione, che tanto fece parlare di se in Italia, tutti gli storici, i quali narrano le cose avvenute alla fine del XIII. secolo, e nel principio del XIV. ragionano ampiamente. Morì nel 1319. sotto Padova, dice Muratori, ed aggiunge che fu onoratamente seppellito in Verona, quantunque la cronica pisana impressa nel XV. tomo ital script. col. 997. lett. B. porti aver esso terminato i suoi giorni in Vicenza.
  4. Nell’Introduzione e Sommario della sua difesa, pag. 74. Edizione di Cesena 1688. in 4.
  5. Di costui ved. il padre Negri negli scrittori fiorentini pag. 152. e seg.
  6. Nel tom. III. di quest’opera così intitolato pag. 220. 228.